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AMAC – La storia (2011)

Lo sguardo scorre su di innumerevoli visi, sorrisi, sguardi. Scorre sulle tante fotografie, testimoni di incontri speciali, di intense estati che hanno come sfondo comune soprattutto la colonia: crocevia di tanti percorsi individuali. E forse non si può che partire da qui, da questo presente di colonia, per poi tornare indietro e guardare con gli occhi di oggi, i più veri, il percorso di questo incredibile gruppo di amici che oggi è responsabile dell’organizzazione di più di un mese di campi estivi. D’altra parte ora che, nel 2011, forse è proprio la colonia estiva il biglietto da visita, il vestito della festa dell’AMAC. E’ d’obbligo rammentare come l’associazione nacque grazie all’incontro, nel luglio 1998, di quattro amici – Mitch, Donato, Tony e Piui – proprio durante un’esperienza comune di colonia presso le Colonie dei Sindacati a Rodi-Fiesso.

Non si può dire che si trovarono simpatici dal primo istante, anzi; all’inizio Tony e Mitch si detestarono proprio! Però pensate al caso: Genova, Mendrisio, Porto Ceresio, Pollegio…

E’ proprio vero che ogni tanto capita di prendere strade che portano a un destino piuttosto che a una destinazione. Le loro si incontrarono per caso all’incrocio esatto delle loro vite.

Intorno a questa intensa esperienza umana, in qualche sorta al centro di questa avventura, si radunano dunque nel 1999 quattro spiriti intraprendenti che decidono di dar luce ad una struttura di riferimento per gli animatori della zona: il Pelüscha Club. Non si tratta di organizzare campi estivi ma semplicemente di un piccolo progetto che ha come scopo l’organizzazione di week-end, di manifestazioni per rafforzare quei legami, tessuti a volte in un’unica estate, ma che spesso sono destinati ad allentarsi a causa delle distanze ma anche della mancanza di occasioni di incontro.  Il risultato più riuscito è stato l’organizzazione dei Pelüscha week-end: due fine settimana all’anno in montagna dove potersi tutti ritrovare indipendentemente dall’esperienza della colonia. A Sonogno, quell’inverno, parteciparono al  Pelüscha Weekend oltre 70 persone. Fu in quelle occasioni che cominciò a svilupparsi un senso critico riguardo la gestione delle colonie.

Nel 2000 infine il Pelüscha Club diviene l’AMAC: l’Associazione Monitori & Animatori Colonie. Oltre agli obbiettivi di informazione e comunicazione a proposito delle attività di animazione, l’associazione si pone come scopo anche quello di proporre e sostenere la formazione di giovani interessati nel campo e di organizzare una colonia conforme allo spirito dell’associazione.  Il gruppo si dota di un semplice apparato istituzionale: la struttura si sviluppa in un Comitato Direttivo formato da 5 a 10 membri ed un Assemblea Generale che ogni anno ha il compito di approvare il Comitato Direttivo, il bilancio annuale ed il programma annuale. È inoltre l’Assemblea a poter autorizzare lo scioglimento dell’associazione e la destinazione dei suoi fondi. Qualche tempo dopo verranno istaurati i Revisori ed il Comitato Allargato, questo per permettere a membri particolarmente vicini ed attivi all’associazione di poter partecipare all’attività decisionale. La prima sede dell’associazione sarà l’abitazione di Michele Aramini, presidente dell’associazione.

Solo dopo due anni, siamo già nel 2002, l’associazione conta ormai una cinquantina di membri. Il progetto di creare una colonia firmata AMAC comincia a concretizzarsi e nello stesso anno viene organizzato il primo campo estivo, sempre a Rodi-Fiesso, presso la casa Von Mentlen. Questo primo turno permette ad una sessantina di bambini di passare due settimane di luglio in un ambiente dinamico e divertente in Valle Leventina. Si tratta di una prima esperienza vissuta intensamente, la grande sfida “della prima volta” lascerà dietro di se innumerevoli ricordi che con gli anni diventeranno “gli aneddoti” degli inizi.

Dopo la prima esperienza il gruppo comincia a lavorare sulla propria filosofia di colonia. Il modello voluto dal comitato direttivo si concretizza e si risolve nella formula di colonia “à la carte”. Non si tratta di un campo di vacanza dove il bambino, semplice unità, si deve conformare ad un rigido programma stabilito nei minimi dettagli, uguale per tutti, ma una colonia che permetta al bambino di scegliere il più possibile. La colonia diventa dunque un’esperienza molto preziosa questo perché combinazione di un imparare a vivere insieme, a  stretto contatto nel rispetto dell’altro e dunque delle regole e nel contempo di una valorizzazione dell’individuo, più specificatamente del bambino, come soggetto pensante che deve essere stimolato non solo ad obbedire ed a rispettare ma anche a coltivare la propria personalità ed a scegliere.

Concretamente questo progetto si attua grazie ad una sveglia personalizzata, dedicando un’intera ora al risveglio i bambini ad esempio sono liberi di scendere per fare colazione quando lo desiderano nel lasso di tempo preposto. Sarà l’originale cartello del Sole/Luna che indicherà al bambino da che ora è possibile scendere per cominciare la giornata in comunità e per i dormiglioni sarà l’ultimo giro di sveglia che permetterà a tutti di far colazione.  Per quanto riguarda le attività, gli animatori, cercano nella misura del possibile e dunque secondo le loro risorse umane, di organizzare diverse attività al contempo. In questo modo il bambino, rimanendo in un orario stabilito dalla direzione, può comunque permettersi di organizzare in parte la sua giornata.

Naturalmente questo principio di equilibrio è stato, già nel 2003, e continua ad essere oggi, una sfida alla quale l’associazione cerca di rispondere. Una colonia “grande”, composta da circa 60-70 ospiti e 20-25 persone del personale educativo e di servizio, costringe infatti la direzione ad un’organizzazione precisa per assicurare il corretto e sereno svolgimento dell’esperienza di colonia. Con le nuove attività in corso, è divenuto necessario uno spazio dove i membri del Comitato possano lavorare sia in gruppo che individualmente e dove poter conservare il materiale dell’Associazione: si decise così di aprire una sede in Corso Bello 12 a Mendrisio. Questa era composta da un unico locale che fungeva da ufficio, da sala riunioni e da libreria dove conservare tutti i testi e il materiale relativo alle attività e alle colonie. In un piccolo retro-bottega invece era conservato tutto il resto del materiale: alcune casse contenenti giochi per la colonia e piccolo materiale elettrico.

Anche grazie al successo del 2003 l’anno successivo l’AMAC propone ben 3 turni di colonia a Catto nella Casa Don Willy di una settimana l’uno.  Si tratta in totale di oltre 80 ragazzi provenienti da tutto il Cantone. Nel 2004 le colonie estive AMAC registrano il “tutto esaurito” e si stabilisce la sede della vacanza a Rodi, nella casa polivalente dei Sindacati USS-TI ed il periodo viene fissato nelle prime due settimane del mese agosto. Intanto i membri dell’associazione sono ormai più di un centinaio e le attività proposte coprono tutto l’arco dell’anno. Tra queste l’animazione di una Corte (La corte di Santa Maria) durante la Sagra dell’Uva, importante manifestazione di Mendrisio che si svolge ogni anno a fine settembre. D’un lato questa festa popolare permette un importante guadagno essenziale al mantenimento delle strutture dell’associazione ed all’acquisto di materiale per le colonie estive, dall’altra, la gestione giovane, dinamica e festosa rende queste prime giornate autunnali un gioioso momento di ritrovo del personale educativo delle colonie AMAC e degli amici dell’associazione. E’ dunque una data importante del calendario delle attività dell’associazione che, ricordiamo, ha come primo scopo quello di tenere salda la rete che lega animatori e monitori.

Dopo un po’ di tempo viene naturale chiedersi: cosa offre questa esperienza? E perchè ripeterla? Indizi per una possibile risposta li si trovano in una lettera di Donato del 13 agosto 2005. Una risposta tanto semplice quanto vera, si legge: “La colonia mi è servita soprattutto a livello personale e ha rappresentato per me un vero e proprio “laboratorio del carattere”. (…) Otto anni fa (…) non avrei potuto avere quella sicurezza che credo di aver maturato in colonia. Se, quindi, una persona, (…) mi dovesse chiedere: ”Perché l’hai fatto?”, io risponderei: ”Perché la mia vita è migliorata, e non di poco”. (…) tutto serve nella vita. Il problema è trovare il momento giusto per ogni cosa.La colonia è stata per me l’esperienza giusta al momento giusto.”

Il 2005 e il 2006 sono stati entrambi anni positivi, le iscrizioni sono aumentate e hanno superato le 130 unità. Gli esiti delle piccole e grandi manifestazioni sono sempre ottimi e sulla favorevole scia del 2005 le colonie del 2006 contano 78  iscritti già a metà aprile. Grazie ad alcuni sponsor l’associazione riesce anche ad attrezzarsi di un furgone a nove posti che servirà per ottimizzare la logistica delle diverse attività e delle colonie estive.

Il 2008 fu un altro anno intenso, a testimonianza dell’esperienza accumulata venne affidata all’AMAC la gestione del personale educativo e di servizio delle Colonie dei sindacati di Bellinzona e l’animazione per i figli degli operai delle officine FFS di Bellinzona durante lo sciopero. L’AMAC contava 130 membri iscritti provenienti da tutto il Cantone e dall’Italia. Nel 2009 la colonia registrò un altro “tutto esaurito”: si contarono 76 bambini iscritti e 25 membri del personale mentre gli iscritti all’AMAC si aggiravano intorno alle 160 unità. Durante quest’anno per ovviare ai problemi di spazio che la precedente sede presentava, l’associazione ha traslocato nella nuova sede in via Vela 24 a Mendrisio. Nei nuovi spazi si trovano un ufficio, una sala riunioni, un magazzino e un fornitissimo infoshop con materiale relativo alle molteplici tematiche inerenti colonie, giovani e famiglie. Durante l’apertura di questi locali viene inaugurata anche la bandiera dell’AMAC ideata dalla grafica Antonia Bremer. La stessa viene esposta alla presenza del Sindaco di Mendrisio Carlo Croci, del Vicario Don Luciano Porri e – quale padrino – dell’avvocato Luca Beretta-Piccoli.

Come abbiamo visto, il piccolo Pelüscha Club di un tempo è molto cambiato, allargandosi e completando la lista dei propri obbiettivi. E’ ripercorrendo le vicende di questi 10 anni che la continuità di questo progetto, indipendentemente dalle evoluzioni,  emerge con chiarezza. Il mondo della colonia resta il sottofondo, l’occasione, per gli ospiti e per  personale, di vivere un’esperienza unica nel suo genere in un microcosmo nel quale mettersi alla prova, affermarsi e scoprirsi di più. Le settimane passate insieme permettono di acquisire una maggior consapevolezza delle proprie debolezze e dei propri punti di forza. Le sfide e le difficoltà, che normalmente emergono durante i turni, permettono invece di rinforzare il carattere e fare al contempo prova di sensibilità. Quasi una scuola di vita, come ogni esperienza intensa sa essere. La colonia entra dentro, con la sua dimensione particolare, con lo spazio che concede alla nostra personalità di liberarsi. La particolarità è che questa comunità si dissocia dai ritmi sempre più incalzanti e frenetici imposti dalla società moderna e questo sentimento di libertà e spazio che, durante queste settimane estive, “dà alla testa” e carica d’energia grandi e piccini. Sperimentare questa  gioia di vivere, o forse meglio, questa gioia di essere, condivisa in questa ambivalente avventura dove divertimento e responsabilità si combinano, dona il senso all’esistenza stessa dell’AMAC: associazione di compagni di avventura che vuole tenere viva la grande passione per la vita di colonia anche al di fuori della parentesi estiva.

Un finale non è mai facile. La colonia, e lo diciamo senza paura di essere retorici, ha reso le nostre vite migliori. Questo non è sempre valso per tutti. Una bellissima esperienza, per tanti di noi, grazie al fatto di essere ben integrati nel gruppo. Altri invece hanno dovuto faticare di più per farsi accettare, magari lavorando il doppio pur di restare. Altri ancora, semplicemente, sono andati via. Immaginiamo sia perché noi tutti crediamo che quello che facciamo sia molto importante. Che le persone pendano dalle nostre labbra, che diano importanza a quello che pensiamo. La verità è che devi considerarti fortunato se anche solo di tanto in tanto fai sentire per un istante, qualcuno…chiunque…felice. In fondo è qualcosa che riguarda tutte le persone delle nostre vite. E mentre le nostre menti ne ricordano i visi pensiamo alla famiglia, agli amici, agli amori perduti e a quelli che ci hanno lasciato. E come smettiamo di guardarmi indietro, sono tutti qui con noi, come un’onda di esperienze condivise.

Quanto potrà andare avanti? Siamo pronti ai cambiamenti che avverranno in futuro?

Una parte di noi vorrebbe tornare indietro, a quei primi momenti di colonia dove ci siamo incontrati, accompagnati da quella leggerezza e dal sapore della novità e della scoperta…

Troviamo ancora nel testo di Donato: “Ora sento che la mia motivazione è in fase calante: questo non vuol dire che abbandonerò l’ambiente, né tanto meno quella straordinaria (credetemi, STRAORDINARIA) “creatura” che è l’AMAC. E nemmeno riuscirei a stare lontano dai miei amiconi. Sto solo dicendo che è ora di passare la mano alle “nuove leve”, che noi dell’AMAC abbiamo l’orgoglio di aver coinvolto nell’avventura e, per quello che ci è stato possibile, di aver formato e istruito. Ecco, credo che in futuro il mio compito sarà proprio quello di agevolare il naturale ricambio generazionale delle colonie AMAC in attesa che qualcun altro venga rapito dal fascino della colonia…”

Sarebbe bello tra venti o trenta anni aprire il giornale e leggere che poco lontano, in Leventina o in qualche altra valle, una colonia chiamata AMAC continua a riempire l’estate di giochi, danze, canti e risa.

Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze.
(Theodor W. Adorno)